Wine Club

Questa storia inizia più di 30 anni fa. All’epoca avevo 8 anni e come ogni estate trascorrevo alcune settimane nella casa di campagna della mia nonna materna al Podio. È una piccola frazione nella pianura tra Bene Vagienna e Monforte, dove mia nonna Maria era nata, figlia di fabbricanti di mattoni e di professione maestra. Di lei ricordo ancora la cura della sua persona: immancabile rossetto rosso e giro di perle al collo, borsetta e cappellino coordinati quando usciva.

Mia nonna Maria aveva regole ferree e poca pazienza, quindi dopo il pranzo delle 12, si doveva fare il pisolino. Per me era una punizione e mi annoiavo da morire, avrei preferito tornare a giocare in giardino. Ma quando finalmente dopo un paio d’ore la tortura terminava, mia nonna si alzava per preparare quella che lei chiamava ‘La Birra del Podio’. Mi mandava a prendere i bicchieri cesellati da Whisky nella credenza e lei miscelava ghiaccio, soda e Vermouth. E io a soli 8 anni ero ammessa a quel rituale e potevo berlo! Mi piaceva da morire: il sapore dolce e fresco si fondeva con il bitter dell’artemisia. Tenevo il bicchiere fra le mani e me lo godevo a piccoli sorsi per farlo durare di più!

Negli anni successivi il Vermouth è passato di moda e per svariate ragioni non l’ho più bevuto. Fino a qualche anno fa, quando me ne hanno regalato una bottiglia. Quando la apro per assaggiarlo…succede che di colpo torno nella casa del Podio, sotto quel portico caldo e ventilato, pieno di luce e di colori, con mia nonna che mi sorride ammiccante: sento persino il profumo del suo rossetto.

Così ho trascinato tutti i ragazzi della Cantina in questa avventura: ci abbiamo messo due anni per selezionare il partner giusto con cui produrre il Vermouth che volevamo: poco commerciale, non convenzionale e a base Nebbiolo. Questa versione è stata fatta in collaborazione con The Spiritual Machine e Distilleria Magnoberta.

Ad agosto 2021 tengo fra le mani la prima bottiglia con l’etichetta della linea Sara Vezza: il cuore batte forte!

Nel frattempo attiviamo una collaborazione con Rita Barbero, meglio conosciuta come Purple Rita, artista che dipinge con il vino e amica di lunga data, per un’edizione limitata di 49 bottiglie (la somma di 41+8: 8 gli anni della mia prima bevuta e 41 gli anni della mia prima bottiglia prodotta).

La incontriamo un pomeriggio nel suo Atelier di Barolo, circondati dai suoi bellissimi lavori. L’idea è di fare un prodotto da collezione che ogni anno esce con un’etichetta diversa in tiratura limitata e che racconti la storia di una maestra di campagna molto chic, della sua nipotina e della donna vulcanica che è diventata.

L’astuccio è finalmente pronto e non vedo l’ora che anche voi possiate vederlo!